L'odore dell'umano

“Il profumo” - pp. 15-18 e 154-159 -. Patrick Suskind. Edizioni TEA

Nella strada più puzzolente del mondo nasce un bambino che si scopre privo di un attributo fondamentale della specie umana: l’odore. Esiste – dice l’autore – uno speciale odore, comune a tutti gli esseri umani,  che permette di riconoscersi reciprocamente.Su questa “essenza umana” si forma poi l’odore individuale, proprio di ciascuna persona.Il piccolo ha un talento particolare per i profumi e  se ne serve per compensare la sua mancanza fondamentale. Purtroppo non saprà darsi dei limitiIl testo che ho estrapolato descrive in modo molto persuasivo la sensazione di una mancanza “essenziale”.Dal romanzo è stato tratto un celebre film, che mette in risalto la forte trama narrativa, ma non rende conto di questa profonda  riflessione sulla natura umana

 
 
“”E’ posseduto dal demonio”“Impossibile! E’ assolutamente  impossibile che un lattante sia posseduto dal demonio…. Ha forse un cattivo odore?”“Non ha nessun odore”, disse la balia.“Ecco, vedi? Questo è un segno inequivocabile. Se fosse posseduto dal demonio dovrebbe puzzare.”E per tranquillizzare la balia e nel contempo dar prova del proprio coraggio, Terrier sollevò il canestro e se lo mise sotto il naso “Non sento niente di particolare”, disse, dopo aver annusato per un momento “ad ogni modo, mi sembra che dalle fasce provenga un certo odore.”“Non è questo”, disse la balia, brusca, e allontanò il canestro da sé. “i suoi escrementi hanno un buon odore. E’ lui, il bastardo, che non ha odore.”“Perché è sano”, gridò Terrier, “perché è sano, ecco perché non ha odore!. Soltanto i bambini malati hanno odore. Perché dovrebbe puzzare? Puzzano i tuoi figli?”“No”, disse la balia. “I miei figli hanno l’odore che tutti i bambini devono avere”“Dunque tu affermi di sapere che odore dovrebbe avere un bambino, che comunque è pur sempre -  questo vorrei ricordartelo, tanto più quando è battezzato – una creatura di Dio?  “”Sì”, disse la balia, “questo lattante mi fa ribrezzo perché non ha l’odore che i bambini devono avere.”“Ma dimmi, per favore, : che odore ha un lattante quando ha l’odore che tu ritieni debba avere? Eh?”La balia esitò. Sapeva bene che odore avevano i lattanti, lo sapeva benissimo, ne aveva nutriti, cullati, curati, baciati già a dozzine… di notte poteva trovarli a naso, l’odore del lattante l’aveva chiaro anche adesso nel naso. Ma non l’aveva mai definito con parole.“Dunque”, cominciò la balia, “non  è molto facile da dire perché…perché non hanno lo stesso odore dappertutto, benché dappertutto abbiano un buon odore, padre, capisce, prendiamo i piedi ad esempio… lì hanno un odore come di pietra calda liscia…no, piuttosto di ricotta,… oppure di burro, di burro fresco, sì, proprio così, sanno di burro fresco. E i loro corpi hanno l’odore di…di una galletta quando è inzuppata nel latte.
E la testa, in alto, dietro, dove i capelli fanno la rosa,… hanno un odore di caramello, così dolce, così squisito. Una volta sentito questo odore bisogna amarli, che siano figli propri  o di altri.  E questo è l’odore che devono avere i neonati, questo e nessun altro. E se non hanno questo odore, se sulla testa non hanno nessun odore, ancor meno dell’aria fresca, come questo qui, il bastardo, allora...allora..."

 Con il poco che c’era di olii di fiori, di acque e di spezie, un profumiere medio non avrebbe potuto fare grandi cose. Tuttavia Grenouille, al primo fiuto,  capì che le sostanze presenti  erano più che sufficienti per i suoi scopi. Non voleva creare un grande profumo; non voleva miscelare un’acquetta di prestigio, qualcosa che emergesse dal mare della  mediocrità e ammansisse la gente. Le comuni essenze di neroli, eucalipto e foglie di cipresso dovevano soltanto nascondere il vero profumo che si era proposto di creare: il profumo dell’umano.Anche se per il momento sarebbe stato soltanto  un cattivo surrogato, voleva appropriarsi dell’odore degli uomini, che lui stesso non possedeva.. Certo non esisteva l’odore degli uomini, così come non esisteva il volto umano. Ogni uomo aveva un odore diverso, nessuno lo sapeva meglio di Grenouille, che conosceva migliaia e migliaia di  odori individuali e distingueva al fiuto  gli esseri umani già dalla nascita.. E tuttavia esisteva una nota fondamentale dell’odore umano, del resto abbastanza semplice: una nota fondamentale di sudore grasso, di formaggio acidulo, ugualmente propria a tutti gli uomini e al di sopra della quale, più raffinate e più isolate, aleggiavano le nuvolette di un’un’aura individuale.Ma quest’aura, la sigla estremamente complessa, inconfondibile, dell’odore personale, era comunque impercettibile per la maggior parte degli uomini.. i più non sapevano di possederla, oppure facevano di tutto per nasconderla sotto i vestiti e sotto odori artificiali alla moda.Conoscevano bene soltanto quell’aroma di fondo, quell’esalazione primitiva d’umano, in essa soltanto si sentivano e si sentivano protetti, e chiunque emanasse quell’ effluvio comune era da essi considerato come un loro pari.Fu uno strano profumo quello che Grenouille inventò quel giorno. Fino allora non ce n’era mai stato uno più strano.Non aveva l’odore di un profumo, bensì di un uomo che ha un profumo. Quando uscì per  strada, fu colto da un’improvvisa paura, perché sapeva di emanare un odore umano per la prima volta in vita sua. A lui però sembrava di puzzare, di puzzare in modo assolutamente ripugnante. E non riusciva a figurarsi che altri non trovassero ugualmente ripugnante il suo odore, e non osò dirigersi subito verso l’osteria, dove lo stavano aspettando.Gli sembrava meno rischioso prima sperimentare la nuova aura in un ambiente anonimo. Fin dall’infanzia era abituato al fatto che le persone che gli passavano accanto non lo notavano in alcun modo, non per disprezzo, come aveva creduto un tempo,  ma perché proprio non si accorgevano della sua esistenza. Non c’era stato spazio intorno a lui, non onda che lui mandasse nell’atmosfera, non c’era stata ombra, per così dire, che avesse potuto gettare sul volto degli altri.Ma ora, Grenouille avvertì e constatò con chiarezza – e ogni volta che lo constatava  era pervaso da un forte sentimento d’orgoglio -  che esercitava un effetto sulle persone. Quando passò accanto a una donna china sul bordo di una fontana, notò che essa alzava un attimo il capo per vedere chi fosse e poi, evidentemente tranquillizzata,  si volgeva di nuovo verso la propria secchia.  I bambini che incontrava si facevano indietro, non per paura, ma per fargli posto; e anche quando uscivano di corsa dall’ingresso laterale di una casa e urtavano bruscamente contro di lui, non si spaventavano, ma sgusciavano via con naturalezza, come se avessero avuto il presentimento della sua persona che si avvicinava.Grenouille si mescolò alla folla. Diede spintoni, s’insinuò, voleva andare dove le persone erano più fitte, a contatto di pelle voleva averle, voleva sfregare il proprio profumo  direttamente contro i loro nasi. E in quello spazio angusto e stipato allargò braccia e gambe e si slacciò  il colletto, affinché il profumo potesse fuoriuscire liberamente dal suo corpo… e immensa fu la sua gioia quando si accorse che tutti quegli uomini e donne e bambini pigiati intorno a lui inalavano il suo odore come quello di un loro simile e che accettavano lui, Grenouille, la prole del diavolo, in mezzo a loro, come uomo fra uomini.

Per saperne di più:

copertina libro: IL PROFUMO di Patrick Suskind 

Patrick Suskind