White man

da Torino, Alessandro Baltera e Matteo Tortone


Nell'Africa sub-sahariana l'arsenale mitologico su cui si regge la superstizione nei
confronti degli albini è enorme. Si crede che possano volare nel vento, scomparire
nella pioggia, essere immortali. Storia antica quella della considerazione magica degli
albini, risalente almeno al regno egizio, che però, da più di un anno a questa parte, sta
assumendo dei contorni tragici. Alcune parti del loro corpo vengono utilizzate per
produrre delle pozioni magiche a cui gli sciamani attribuiscono il potere di procurare
ricchezza. Per questo è iniziata una vera e prorpia caccia all'uomo per procurarsi
organi e tessuti miracolosi da rivendere ai clienti degli stregoni. Ciò avviene in
Tanzania. Il paese non è nuovo a questo tipo di persecuzioni: negli anni '90 furono le
donne anziane ad essere investite da una visione collettiva deformata che le dipingeva
come streghe e condusse a numerosi omicidi. Ma la persecuzione in atto pare essere
molto più difficile da estirpare col fatto che le uccisioni non sono più determinate da
superstizione, bensì dal valore che i corpi hanno assunto. Nel nord della Tanzania,
dove si colloca l'epicentro del massacro, ci si è visti costretti a cementare le tombe
per prevenire l'esumazione dei morti; in Burundi alcuni hanno ucciso per rivendere i
cadaveri oltre frontiera. Ad essere particolarmente coinvolti in queste credenze sono i
pescatori ed i minatori, lavoratori in condizioni limite dettate dallo sfruttamento cieco
del sottosuolo e del lago Vittoria condotto dalle industrie occidentali negli ultimi
decenni. Nel vedere come si sia pervenuti ad una aberrazione così esiziale per il solo
fatto che l'uomo ha guardato il suo simile, benché dal diverso colore della pelle, non
come ad un individuo ma come ad un mezzo per ricavare soldi, è nato il progetto di
un documentario: White Man.
Il film racconterà della quotidianità di un'adolescente albina, costretta alla
segregazione per il timore di uscire di casa, divisa fra il sogno di cantare ed il
rimpianto di non aver potuto terminare gli studi per la situazione che si è venuta a
creare nella sua regione. Attorno a lei le storie di giovani uomini albini che diffidano
delle donne per paura che si leghino a loro solo per poter avere dei frammenti
organici, di madri abbandonate dai compagni al momento del parto di un piccolo
albino, del positivo esempio dell'associazionismo che condurrà all'albino day del 26
aprile.


Alessandro Baltera e Matteo Tortone
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