Cristina (Campania) e Alessandro (Sicilia). Quanto vede il mio bambino?

Cara Cristina e caro Alessandro, le vostre lettere mi hanno portato alla mente uno “scritto”, letto non molto tempo fa, in cui “persone” raccontano cosa “hanno imparato” vivendo l’incontro ed il cammino con bambine e bambini con deficit visivo, e con i loro genitori.
Queste persone – nei loro scritti non vengono fatti nomi ma “si sente il loro operato”– lavorano presso la Fondazione Robert Hollman.
Riporto lo "scritto", in forma integrale:


Forse non tutti sanno che il sistema visivo, anche nel bambino sano nato a termine, non è perfettamente sviluppato al momento della nascita e che la sua visione risulta essere piuttosto rudimentale ed incompleta.

Grazie agli stimoli che il bambino coglie spontaneamente dal suo ambiente le varie funzioni visive si sviluppano rapidamente e ciò gli permette di iniziare a fissare, inseguire ed esplorare con gli occhi.
Nel bambino con difficoltà visive questo processo difficilmente si sviluppa spontaneamente, necessita infatti di condizioni particolarmente favorevoli per poter, almeno in parte e compatibilmente con la sua patologia, progredire, raggiungere alcune abilità e mantenerle nel tempo.
Proprio perché la visione è un processo che si completa gradualmente dopo la nascita, può capitare che, se mamma e papà hanno la sensazione che qualcosa non vada negli occhietti del loro bambino, si sentano comunque dire che è tutto a posto, che è ancora piccolo, che bisogna aspettare.  
Può anche capitare che, dopo aver ottenuto una diagnosi visiva più o meno certa, ci si senta dire che il bambino non vede e non vedrà mai, ma ai genitori sembra che il piccolo orienti il volto verso le finestre e chiuda gli occhi quando si accende una luce forte.

Non abbiate paura di fidarvi delle vostre impressioni, anche se talvolta vi sembrano contrastanti e contraddittorie. Ricordate che proprio in un ambiente tranquillo, sereno e confortevole, come quello di casa, il vostro piccolo darà le risposte più autentiche.
Queste preziose informazioni solo voi potete fornirle agli specialisti che difficilmente vedranno il vostro bambino in condizioni così ottimali da motivarlo a guardare e a prestare attenzione, anche con gli occhietti.

Se vi sembra che il vostro bambino ci veda un pochino, sicuramente avrete notato alcune sue reazione di fronte alle fonti luminose. Questo può essere il primo segnale che, effettivamente,
i suoi occhietti percepiscono qualcosa.
Potrete osservare quanto la luce lo attiri e lo interessi. I suoi comportamenti nella circostanza possono essere svariati: il bambino può accorgersi quando improvvisamente accendete
o spegnete la luce; può strizzare gli occhietti, chiudere le palpebre o abbassare il capo di fronte a forti fonti luminose come ad esempio la luce solare; può interrompere una sua attività nel momento in cui appare una fonte luminosa vicino a lui; può sorridere di fronte al vostro volto oppure ad altro stimolo visivo particolarmente gradito; potrebbe seguirvi con lo sguardo quando vi spostate nella stanza o fare tentativi di afferramento quando ponete un oggetto davanti a lui.
Se avete notato alcuni di questi comportamenti forse vi starete domandando come e che cosa veda e soprattutto se ciò che i suoi occhietti colgono possa avere per lui un significato, se
può migliorare e come aiutarlo. Alcune risposte a queste domande possono essere trovate negli scritti di Natalie Barraga, che per prima si è occupata delle tecniche di stimolazione e riabilitazione visiva (early low vision training) basate sul concetto che lo sviluppo post-natale delle funzioni visive è influenzato da fattori esterni (stimoli, ambiente ecc.).
Secondo tale teoria è importante rendere il bambino consapevole del suo residuo visivo attraverso un adattamento ottimale dell'ambiente circostante e degli stimoli proposti, in termini di adeguata luminosità, contrasto e colore. Si potrà ottenere così un graduale aumento della curiosità e dell’interesse visivo con positiva influenza sullo sviluppo globale.
E. ovvio che ogni bambino ha necessità ed esigenze individuali che possono dipendere da fattori quali l'età, la propria situazione, l'interesse e l'attenzione visiva specifica.

Luminosità
La percezione visiva è sicuramente favorita in ambienti interni, convenientemente illuminati. Per poter usare al meglio le sue residue capacità visive, il bambino, generalmente, necessita di un ambiente e di un angolo giochi ben illuminati, con fonti luminose correttamente direzionate. Ideali sono luci proiettate alle sue spalle e direzionate in modo tale da illuminare ciò che si trova in zona frontale al suo campo di sguardo. In questo modo la luce non è né di distrazione né di fastidio, ma al contrario di supporto e mette in maggiore evidenza visiva quanto il bambino trova davanti a sé.
Cercate il più possibile, nell'ambito della giornata, di metterlo in condizioni tali che rimanga con le spalle rivolte alle fonti luminose naturali, quali la luce diurna o solare, provenienti da finestre o portefinestre.
Superfici lucide o brillanti, come quelle di alcuni tavoli o pavimenti, riguardano i bambini con problemi visivi. Molto frequentemente i bambini con grave ipovisione presentano un rallentamento o un disturbo nei meccanismi naturali di difesa contro fonti luminose intense (stringimento della pupilla e abbassamento delle palpebre) e di ciò va tenuto conto. Inoltre, almeno per quanto riguarda alcune patologie (ad es. cataratta o ROP), vi sono delle membrane fibrose ed opache nell’interno delle strutture dell’occhio che sono responsabili del mal rifrangimento della luce con ulteriore effetto abbagliante. Nonostante il vostro piccolo abbia bisogno di una maggior quantità di luce per poter guardare un pochino, ricordate che questa può diventare abbagliante, e quindi limitante, se postagli di fronte.
Se il vostro bambino mostra fastidi dovuti all'abbagliamento può essere importante, quando lo portate a passeggio, proteggerlo dai raggi eccessivi, facendogli indossare un cappellino con un’ampia visiera e, nei casi estremi e su indicazione dell'oculista o dello specialista che segue il bambino, un paio di occhiali con lenti filtranti dotati di eventuale protezione laterale.
Nei casi in cui il sopraccennato fenomeno risulti meno importante. possono essere sufficienti accorgimenti quali il passaggio graduale e non rapido e brusco da un ambiente buio ad un ambiente con forte luminosità e viceversa.
Se, per esempio, state uscendo da casa, fermatevi per qualche istante sulla porta in semi-ombra prima di proseguire e giungere in zona soleggiata, in modo che gli occhietti del vostro bambino abbiano la possibilità di adattarsi gradualmente alla luce.

Colori e contrasti
Oggetti e giocattoli saranno più facilmente percepiti dal vostro bambino se brillanti e contrastanti, è quindi meglio evitare i colori tenui e quelli pastello. Un particolare fascino ed influenza positiva sull'attenzione del bambino hanno tutti i colori con caratteristiche fluorescenti. Molto spesso il bambino piccolo predilige il colore rosso e poco dopo il colore giallo ed arancione per poi interessarsi gradualmente a tutti gli altri colori, questo aspetto va tenuto in debito conto nel proporgli stimoli colorati.
Se da un lato dobbiamo prestare attenzione alla vivacità del colore, dall’altro non dobbiamo sottovalutare l'importanza del contrasto. Un oggetto è quindi maggiormente attraente se
è bi o multicolorato, con colori che nello spettro si distinguano molto fra loro e siano di conseguenza molto diversi. La situazione ideale si verifica associando il bianco al nero, ma
molto opportuni possono essere anche il giallo/blu, il rosso/bianco, il verde/bianco, ecc. Solitamente è indicata la combinazione di un colore chiaro ad uno scuro. Il concetto del contrasto vale ovviamente anche per la miglior percezione dell’oggetto rispetto allo sfondo o alla superficie.
Così per esempio una pallina rossa, che sicuramente è di colore brillante e vivace, è bene non presentarla su una superficie di colore rosso o simile per le ovvie notevoli difficoltà di definirne i contorni.

Questi accorgimenti, l'esperienza ci insegna, sono normalmente di grande aiuto al recupero del residuo visivo e potrebbero contribuire a far scoprire qualche aspetto in più del mondo circostante, stimolando attenzione e curiosità verso l'esplorazione e la conoscenza.

Luci, contrasti e colori: proviamo a capirci di più!
Qui di seguito vi proponiamo alcuni esempi concreti, da noi sperimentati, che possono aiutarvi a capire come favorire la percezione visiva del vostro bambino nella vita di tutti i giorni.
Sicuramente questo elenco non sarà completo né dovranno essere proposte al vostro bambino tutte queste situazioni, ma sarà utile valutare, nella vostra realtà familiare e quindi in quella di vostro figlio, quelle più sensate e di più facile attuazione per tutti voi e soprattutto quelle maggiormente significative per il vostro piccolo.

… parlando di pappa …
Il biberon potrà essere più interessante e di più facile percezione visiva se viene foderato da una stoffa a righe bianche e nere o colorata. Questo sicuramente ne aumenterà il contrasto,
permettendo a vostro figlio di individuarlo visivamente prima di percepirlo tattilmente sulle labbra, dandogli così la possibilità di prepararsi a ciò che sta succedendo e di poter anticipare la situazione propostagli.
Lo stesso discorso vale naturalmente anche durante il pasto quando il bambino cresce ed inizia a mangiare usando il piatto e a bere con il bicchiere. Se scegliete stoviglie colorate e a forte contrasto rispetto alla tovaglia, sicuramente faciliterete il compito del vostro bambino. Ricordate che un piatto bianco e un bicchiere trasparente sulla tovaglia bianca sono molto difficili da percepire!

bambola contrasto       bambola contrasto -lato posteriore
la bambola contrasto by Ale


… guardando mamma e papà ...
Se il vostro bambino ha un discreto residuo è molto importante favorire il contatto visivo. Nei momenti in cui è vicino a voi quando lo tenete in braccio o quando è steso sul fasciatoio,
cercate di parlargli guardandolo. Per aiutarlo a ricambiare il vostro sguardo, che inizialmente potrebbe voler dire per lui fissarvi anche un solo attimo, avvicinatevi molto al suo volto e cercate di attirare la sua attenzione. L'adeguata illuminazione e qualche gioco divertente (come quello del "cucù" entrando e uscendo dalla zona di sguardo del bambino, mandare baci, soffiare sul suo visetto o solleticarlo con il vostro naso) possono favorire il mantenimento della sua attenzione visiva. Quando sarà più grandicello potrà gradire molto il gioco di mascherarsi. Indossando, per esempio, un naso rosso da clown o una parrucca buffa fluorescente, che vi potrà rendere molto appariscenti, lo farete divertire catturando il suo sguardo. Per favorire il contatto visivo può essere utilizzato anche uno specchio, fissato, per esempio, lungo un lato della culla del vostro piccolo; oppure potrete giocare con lui, mentre lo state tenendo in braccio, di fronte allo specchio avvicinandovi ed allontanandovi, magari facendo "ciao ciao" con la mano, per catturare la sua attenzione ed il suo interesse.

... tenendolo con voi ...
E. importante tenere il bambino vicino a voi non lasciandolo più del necessario nel lettino, specialmente quando è sveglio. Potrà essere utile, per una migliore conoscenza dell’ambiente-casa che lo circonda, quando è molto piccolo, tenerlo in braccio nei vostri spostamenti fra stanza e stanza. Quando sarà in grado di stare seduto potrete metterlo sul seggiolone, tenerlo sulle ginocchia o sul tappeto. La posizione seduta infatti gli faciliterà il guardarsi intorno rendendolo più curioso, attivo e partecipe alla vita di tutti i giorni.

... scoprendo le manine ...
Spesso il bambino ipovedente tende a tenere le mani lungo il corpo, fuori quindi dal suo campo di sguardo. E. importante, fin da piccolo, interessarlo alle sue manine affinché possa scoprirle e trovare piacere ad usarle. Dei guanti colorati, magari con forme e disegni vistosi, possono renderle più interessanti e facilitare la loro percezione.
La classica "casina delle api", gioco molto gradito a tutti i bambini piccoli, potrà essere di maggiore interesse visivo se ne verrà scelta una con oggetti colorati o riflettenti. Potrete inoltre proporre tutti quei giochi interattivi, tanto graditi, che trattando di mani, interessano per esempio le dita insieme o singolarmente (es. giochi quali... questo (pollice) è caduto nel pozzo, quest’altro (indice) l’ha tirato su).
Quando il vostro bambino sarà un po’ più grandicello sicuramente si divertirà se giocate con lui facendo disegni con le impronte delle mani impregnate ed impegnate con i colori a dita.

... stando a pancia sotto o comunque ...
Può essere che il vostro bambino non gradisca la posizione prona o che non alzi il capo e non si appoggi sugli avambracci. Lungo il bordo della culla potrete applicare un "paracolpi" divertente con disegni e motivi semplici, magari ad elevato contrasto di colore, in modo da favorire la sua motivazione a sollevare la testa, nella posizione prona, e, pian piano, ad appoggiarsi sugli avambracci.
Nell'angolo giochi potrete appendere lungo le pareti dei disegni a righe, a pois o a scacchiera, magari bianchi e neri, che, oltre a favorire l'elevazione del capo, possono dare al vostro
bambino un punto di riferimento preciso per favorire l'orientamento spaziale.
A questi disegni a forte contrasto si possono associare sensazioni tattili differenti, così, per esempio, quelli chiari possono essere ruvidi e quelli scuri lisci. Il vostro bambino, così facendo, potrà gradualmente associare una specifica informazione visiva ad una determinata sensazione tattile.

... giocando con la luce ...
Utili possono essere tutti i giochini luminosi, in particolare quelli con luce ad intermittenza o quelli definiti a "causa/effetto" dove, schiacciando per esempio un pulsante, si accende una fonte luminosa. Esistono dei carillon che, oltre a suonare dolcemente la ninna nanna, proiettano dei fasci luminosi oppure delle figure illuminate sulle pareti della cameretta.

... girando per casa ...
Per favorire una maggiore conoscenza della casa è importante dare al vostro bambino dei punti di riferimento specifici con caratteristiche tattili, uditive e, perché no, anche visive, in modo che possa più facilmente capire dove si trova e anche che cosa stia per succedere. Potrete cercare di personalizzare gli spazi maggiormente frequentati da lui mettendo, per esempio, un campanellino alla porta della sua stanzetta, una coperta morbida nel passeggino o un pupazzetto colorato sul tavolino del seggiolone. Più avanti, quando sarà più grande ed inizierà a muoversi autonomamente, potrete mettere in maggiore evidenza visiva alcuni punti di riferimento all'interno dell'abitazione: le maniglie e gli stipiti delle porte di colore contrastante, i gradini delle scale (dando un riferimento diverso al primo ed all'ultimo gradino) e l'arredamento nei vari ambienti della casa, utilizzando anche particolari accorgimenti luminosi.

... osservando una cosa alla volta ...
Per il vostro piccolo potrà essere più facile capire il mondo visivo che lo circonda se messo in condizioni di analizzare poche informazioni chiare e nitide alla volta e se tali informazioni
non saranno troppo ravvicinate fra loro dando l'idea di un "insieme di cose" poco definibili.

... leggendogli una favola …
I libricini di favole saranno più interessanti per il vostro bambino se avranno dei disegni grandi e semplici, con contorni ben definiti e larghi, se i colori saranno molto vivaci e i disegni non troppo curati nel particolare, meglio ancora se tutto ciò è accompagnato da figure in rilievo.

... guardare. in tutti i sensi ...
L.'attenzione visiva è favorita e sostenuta anche grazie alle informazioni che il vostro bambino potrà ricevere attraverso gli altri canali sensoriali. Presterà maggiore attenzione se potrà guardare, afferrare e portare un oggetto alla bocca oppure, se potrà guardarlo, scuoterlo ed esplorarlo con le manine. Ecco perché è importante incoraggiarlo a scoprire e a conoscere con i vari sensi, aiutandolo, stimolandolo ad utilizzare anche il residuo visivo attraverso l'impiego degli accorgimenti sopra suggeriti. Ciò gli permetterà di poter confermare e consolidare le sue sensazioni visive.


Dedicato a  Cristina e ad Alessandro, e a chi svolge un “ruolo materno” di accudimento.
Lirò



copertina libro: "Un bambino da incotrare"   E se il bambino ci vede un pochino?
  tratto dal libro
  UN BAMBINO DA INCONTRARE
  - Fondazione Robert Hollman -

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