I classici dell'albinismo:

I libri, dopo pochi mesi, spariscono dalle librerie e nessuno ne parla più.
Per fortuna, alcuni dei libri di cui parlo sono classici. Bene, ci sarà un motivo in più perchè continuino a esserlo. Altri, lo diventeranno: saranno i classici dell'albinismo!
Prendiamo dallo scaffale della Biblioteca, un  libro di un secolo e mezzo fa, "Moby Dick" di H. Melville,
pubblicato nel 1851, e apriamolo al capitolo 42, dedicato alla "bianchezza", che stupisce e incuriosisce, nei suoi tratti angelici o diabolici. Un tema attuale, ancora oggi.

[…] In molti oggetti naturali, la bianchezza aumenta e raffina la bellezza,come se le impartisse qualche sua speciale virtù: come nei marmi, nelle camelie e nelle perle. […] Ma ci sono altri casi, in cui la bianchezza perde completamente quella strana aggiunta di sublimità che l’informa nel cavallo bianco e nell’albatro.
In un uomo albino...leggi tutto

Oppure, prendiamo  "Il Codice Da Vinci" di Dan Brown.
Qualche anno fa fu un best-seller, in  cima a tutte le classifiche per mesi. Ci fu anche una polemica che rimbalzò su tutti i mass-media, perchè la chiesa cattolica ne sconsigliò la lettura ritenendosi offesa dal suo contenuto. Si disse anche che qualcuno aveva perso la fede dopo aver letto il libro. (... una fede molto fragile e mal fondata - dico io...).
Ne fu tratto anche un film, che ha avuto altrettanto successo. Molti che hanno visto il film senza avere letto il libro non sanno neppure che uno dei protagonisti -  Silas, l'assassino - fosse albino. E' interpretato dall'attore Paul Bellamy, la cui carnagione chiara si presta molto bene a far risaltare i segni sanguinanti delle autoflagellazioni, ma la sua storia personale, in cui l'albinismo ha una grande parte, e che è anche molto ben costruita dal punto di vista letterario, con un interessante riferimento agli Atti degli Apostoli, viene completamente taciuta. Il dilemma se si tratti di un grande romanzo, degno di essere ricordato,  oppure di uno dei tanti thrillers che durano una stagione, non è mai stato risolto. Ma posso dirvi che io, lettrice dai gusti molto selettivi, che non si accontenta facilmente, non riuscivo a interrompere la lettura e sono stata due notti senza quasi prendere sonno per la curiosità di sapere come andava a finire! L'ho ascoltato attraverso il Libro Parlato dell' UICI, e ho dovuto aspettare mesi per averlo, perchè tanti altri lettori lo avevano prenotato prima di me!

Non si chiamava Silas, allora, anche se non ricordava il nome che i genitori gli avevano dato. Era fuggito di casa quando  non aveva  ancora sette anni. Il padre, ubriacone, un rozzo lavoratore del porto, infuriato dalla nascita di un figlio albino, picchiava regolarmente la moglie incolpandola della condizione del bambino che per lui costituiva una vergogna...leggi tutto


Buona lettura
Paola Elia Cimatti
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