Mzungu

da Nairobi, Matteo Fraschini Koffi


“Mzungu” è il nomignolo, usato nell’Africa Orientale, con cui vengono chiamati gli stranieri, in particolare i bianchi, ma, in modo offensivo, lo stesso appellativo è riferito agli africani affetti da Albinismo. L’ Albino Society of  Kenya (ASK), la società degli albini in Kenya, da tempo, cerca di sensibilizzare il proprio paese, organizzando conferenze e visite nei villaggi, dove persiste una forte ignoranza su tale argomento.

Alex Kaluyu, oltre ad essere membro dell’Associazione, è il terzo in una famiglia di otto fratelli. Tre di questi, Alex incluso, sono nati Albini.. Ora, lui ha una moglie e due figli, nessuno dei quali è affetto da Albinismo. Ci racconta come ha vissuto e vive tuttora questa sua particolarità fisica:

 <<  La mia famiglia mi ha sempre sostenuto fin dall’infanzia, anche perché avevo uno zio che morì sei anni fa ed era Albino. Quindi l’Albinismo non era un fenomeno sconosciuto in famiglia, non era un caso nuovo. Però osservavo gli sforzi che i miei genitori facevano, soprattutto riguardo alla protezione della pelle dal sole. Mi ricordo, infatti, che mia madre diceva sempre di nasconderci dal sole il più possibile e di lavarci il più possibile. Fin dall’infanzia, indossavamo magliette a maniche lunghe, pantaloni lunghi e non ci permettevano di uscire senza scarpe e cappello. Quindi, fin dall’inizio, i miei genitori ci hanno aiutato, perché sapevano come affrontare questa situazione: per proteggere la nostra pelle l’unico modo era evitare il sole. Non avevamo le creme solari, visto che arrivarono circa due anni fa. Quindi non ne sapevamo molto al tempo, e comunque, non potevamo permettercelo >>.

Secondo alcune stime sembra che gli Albini in Africa siano 1 su 17.000, ma non si hanno numeri  affidabili per capire quanti siano gli albini africani. Di questo Alex ne è più che sicuro:

<< In questo momento è difficile avere cifre esatte, non poter dire quanti albini ci siano nel mio paese, perché, sebbene l’Albinismo ci sia sempre stato, nessuno si è veramente preoccupato di fare qualcosa riguardo a questo tema. Invece è proprio ora il momento di uscire e dire la nostra. Non c’è un vero e proprio programma che affronti questo argomento, anche solo per capire quante persone soffrono di Albinismo>>.

Per gli albini africani le difficoltà che si incontrano lungo il cammino sono molte. L’ignoranza è il peggior nemico e la società non sembra interessata a sconfiggere i pregiudizi. Tra le varie credenze, la gente pensa che gli albini scompaiano con la pioggia, volino con il vento e siano immuni all’AIDS. Uno dei maggiori problemi si presenta, invece, quando un albino vuole trovare lavoro.

<<  Riguardo al lavoro, sì, c’è discriminazione. Nelle interviste di lavoro ti possono semplicemente guardare in faccia e pensare che tu non sia in grado di lavorare in modo efficiente. Ma l’Albinismo è un caso genetico, ereditario. Dobbiamo quindi veramente educare la società per eliminare alcuni pregiudizi >>.

Incontro Isaac Muau e la sua ragazza, Milita, nell’atrio dell’hotel Hilton a  Nairobi.. Isaac ha 25 anni, è attivo in politica con il movimento democratico arancione ed è un modello per gli albini che pensano che, nella loro condizione, sia impossibile avere successo nella vita:

<< Ovviamente ero diverso dagli altri ed hanno cercato di capire cosa fosse successo con uno come me. Un bambino con la pelle così chiara non l’aveva mai avuto nessuno. Quindi è stato un caso molto serio perché non sapevano come trattarmi.. Ma naturalmente sono cresciuto ed ho imparato a capire quale fosse la mia situazione. So che quando ero piccolo, i miei genitori mi tenevano nascosto in casa per via del sole e le persone erano curiose di vedere questo bambino. Un bambino nato bianco. Ci sono molte famiglie che hanno figli affetti da Albinismo. Ma rimangono in silenzio e non sanno che fare >>.

Quale è stata, invece, la prima impressione di Milita, la sua ragazza?

<<  Ero spaventata e non sapevo se fosse un bene continuare a vederlo. Ne ho parlato con i miei genitori per capire se fosse possibile sposare uno così. Ma mio padre ha dei forti pregiudizi nei confronti degli albini.. Poi ho parlato con mia sorella e mia madre e le loro reazioni furono: << Cosa? Fai sul serio? >>. Prima di conoscerlo, sapendolo albino, ero quindi molto spaventata. Quando poi l’ho conosciuto di persona ed abbiamo cominciato a parlare ho capito che l’Albinismo ha solamente a che fare con il colore della pelle, a cui manca la melanina. Niente di più! >>

Joseph Caniani è, invece, padre di un figlio albino di tredici anni. Confessa che , pur essendo a conoscenza dell’albinismo, non è sempre facile affrontare la questione:

<< I problemi arrivano quando devi fargli capire che deve prendersi molta cura di se stesso. Ma, una volta che ha capito, le cose vanno avanti bene, sebbene ancora adesso lo devo riprendere quando lo vedo esposto al sole per tanto tempo. In questi casi, i bambini si ribellano e ti chiedono il perché. Ma quando vedono che la loro pelle si brucia capiscono. Ma se si ha un atteggiamento positivo, come lui, le cose non possono che andar bene. Il  mio consiglio è, appunto, mostrarsi positivi.

 

Matteo Fraschini Koffi

(Le persecuzioni degli Albini in Africa -servizio audio-)